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La sicurezza invisibile

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Arrivano da tutta Italia numerose segnalazioni da parte dei lavoratori riguardanti diversi temi in materia
di ambiente sicurezza sul lavoro.

Dalla quantità di segnalazioni si direbbe che l’azienda ha tagliato gli investimenti, non procedendo più
alla risoluzione delle anomalie ormai diventate la quasi normalità in tutto il territorio.

Lo confermano anche gli RLS SNATER che sono quotidianamente occupati a segnalare all’azienda e
alle autorità competenti ciò che dovrebbe essere normalmente svolto dal datore di lavoro TIM con una
manutenzione ordinaria, di fatto, non eseguita.

Per fare qualche esempio citiamo: le bonifiche dell’amianto (purtroppo ancora presente negli edifici TIM) che vanno a rilento, mentre gli effetti dell’intossicazione camminano; la temperatura di alcune centrali e dei relativi locali utilizzati che oggi andrebbe bene per un reparto macelleria di un supermercato; i permutatori non manutenuti che, prima o poi, provocheranno qualche incidente serio al personale addetto; gli stabili di recente occupazione che stentano a trovare una conformità, anche solo apparente; per non parlare di un contorno di topi morti che periodicamente vengono rinvenuti nei locali aziendali.

Rafforza questo pensiero il trasferimento ad altre mansioni di alcuni addetti al servizio prevenzione e
protezione aziendale (HSE Health, Safety & Environment) che da un giorno all’altro si sono ritrovati a
svolgere un altro mestiere, con un ulteriore indebolimento del reparto HSE che da tempo a nostro avviso
era in sofferenza di personale.

I tagli eseguiti da TIM sulla sicurezza del lavoro sono probabilmente parte integrante del piano di tagli da 1 miliardo e 600 milioni di euro di costi dichiarati dall’amministratore delegato, il quale ha dimenticato che sulla sicurezza sul lavoro non si può tagliare, anzi è un obbligo dovuto per legge e del quale è responsabile in primis nei confronti di tutti i lavoratori e delle autorità competenti.

Auspichiamo che l’azienda si impegni a modificare i propri piani, magari reintegrando i lavoratori trasferiti o formandone altri in solidarietà come prevede l’istituto per cui l’azienda ha ricevuto milioni di euro di incentivi dallo stato.

SNATER, se non ci sarà un cambio di rotta, farà valere come sempre i diritti dei lavoratori intensificando
le segnalazioni alle autorità competenti, fino a quando l’azienda sarà costretta a far lavorare i dipendenti
in condizioni di decenza e di tutela della loro salute.

Scarica il documento: 2017 01 19 – La sicurezza invisibile

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